Che cosa fanno (o faranno) i nostri figli su Twitch

28 Aprile 2021

Tempo di lettura: 3 min.

Dopo tiktoker, tra i neologismi che avete probabilmente intercettato nel linguaggio dei vostri figli/e, c’è twitcher. Il nome indica chi pubblica i propri video in live stream su Twitch, una delle piattaforme di content sharing più recenti e più seguite da bambini e ragazzi negli ultimi tempi.
È nata inizialmente per trasmettere in diretta le proprie sessioni di videogioco. Ormai però ospita contenuti di ogni tipo e piace ai ragazzi perché offre qualcosa che non trovi da nessun’altra parte: azione live, la possibilità di interagire con le celebrities della piattaforma e di condividere un’esperienza con altri fan.
Ho chiesto a mio figlio quattordicenne di guidarmi alla scoperta di Twitch, non solo per capire perché piaccia così tanto ai bambini, ma anche per rispondere alle domande che ogni genitore si pone di fronte all’ennesimo spazio online frequentato dai propri figli. Ecco cosa ho scoperto.

 

Cos’è Twitch?

Twitch è una piattaforma di live streaming che appartiene ad Amazon. Era utilizzata inizialmente solo dai videogiocatori, tanto da diventare il servizio di streaming di eSports più popolare al mondo. Insomma, è il posto dove andare a guardare in diretta chi gioca a Fortnite o Call of Duty. Oggi però offre anche live di musica, contenuti creativi – esiste un’apposita sezione “Creative” – talk show di vari argomenti, come cibo e sport dove la fanno da padrona i canali dedicati alle singole squadre di calcio. C’è poi la sezione IRL (In Real Life), che comprende tutti quei contenuti che potremmo chiamare di “vita in diretta”.
In quest’ultima categoria gli streamer si riprendono per esempio durante un viaggio in auto, quando sono seduti al tavolino di un bar o mentre… dormono. Alcune di queste sessioni possono quindi durare diverse ore in cui accade poco o nulla.

Dove sta il divertimento? Nella possibilità di interagire con il twitcher, dicendogli di fare qualcosa di imbarazzante o svegliandolo con una musica ad alto volume per poi guardare le sue reazioni. In poche parole, una candid camera in cui l’utente è il regista al centro della scena.
Puoi infatti visualizzare gli stream gratuitamente ma ottieni funzionalità extra, come la possibilità di interagire, se paghi una sub, ovvero un abbonamento.

 

Twitch è sicuro per i bambini?

Sebbene Twitch abbia moderatori e regole rigide sui contenuti sessualmente espliciti, come tutte le piattaforme di live streaming potrebbe esporre bambini e ragazzi a contenuti o a un linguaggio non adatti alla loro età. Su Twitch si dicono parecchie parolacce e si bestemmia anche con una certa frequenza. E un semplice giro nella sezione ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response), quella dedicata a contenuti che stimolano il cervello con sensazioni rilassanti e piacevoli, vi presenta una serie di video sessualmente allusivi. Inoltre, alcuni dei videogiochi presenti nelle sessioni di live gaming, come GTA5, sono PEGi 18 e quindi non sono appropriati a minorenni.

Infine, è bene che i genitori sappiano che Twitch ha una chat aperta e che sulla piattaforma gli utenti vengono esposti a continue sollecitazioni commerciali, per avere un’esperienza più coinvolgente – per esempio per accedere alla chat o interagire con lo streamer -, innescando meccanismi di continua richiesta di pagamento che sono potenzialmente dannosi per un bambino.
Detto questo, si trovano tantissime live innocue, per esempio quelle di videogiochi molto amati dai bambini della scuola primaria, come Minecraft, probabilmente uno dei motivi più frequenti che spingono i più piccoli ad andare su Twitch.

 

A quanti anni si può usare Twitch?

Twitch richiede che gli utenti abbiano almeno 13 anni per avere un account e pubblicare video, ma chiunque può accedere ai contenuti live senza registrarsi. Date le caratteristiche dei contenuti descritte sopra e poiché non esiste un vero sistema di parental control per la piattaforma, come genitori avete due opzioni: vietare ai vostri figli di guardare le live su Twitch oppure monitorare da vicino quello che guardano, per evitare di avere spiacevoli sorprese.

In entrambi i casi, suggerisco a tutti di fare un giro sulla piattaforma, dare un’occhiata a come utilizzano gli emoji per comunicare nelle chat (un linguaggio da iniziati che favorisce il senso di appartenenza a un club esclusivo) e vedere come interagiscono live con i loro beniamini. Ne uscirete un po’ scandalizzati, un po’ frastornati. Ma se supererete l’impulso iniziale di rifiuto, capirete molto di più dei vostri figli e del mondo mediale di cui fanno parte.

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