Da quando ChatGPT nel 2022 è entrato nelle nostre case, l’intelligenza artificiale ha smesso di essere un concetto confinato alla ricerca o ai film di fantascienza per diventare una realtà quotidiana. In effetti, algoritmi e sistemi di machine learning erano già presenti nella nostra vita di tutti i giorni da tempo: ci fornivano suggerimenti sul film da guardare, ci proponevano contenuti e pubblicità personalizzati, ci indicavano la via più breve per raggiungere la nostra destinazione. Ma solo con l’arrivo delle IA conversazionali – come per l’appunto ChatGPT o Claude – ci siamo resi conto che il futuro era qui.
Oggi molti di questi sistemi intelligenti aiutano molti di noi nel lavoro, nella ricerca sul web, nello studio. Insieme alla scuola, i genitori hanno quindi il compito cruciale di accompagnare i bambini in questo viaggio digitale, trasformando l’incontro con l’intelligenza artificiale da potenziale fonte di preoccupazione in opportunità di crescita e apprendimento.
Cosa è l’Intelligenza Artificiale per un bambino?
«È difficile essere rigorosi nel definire se una macchina realmente ‘sa’, ‘pensa’, ecc., perché siamo messi in difficoltà quando dobbiamo definire queste cose. Comprendiamo i processi mentali umani solo leggermente meglio di quanto un pesce comprenda il nuoto». John McCarthy, informatico,
La frase di John Mc Carthy, Premio Turing nel 1971 e inventore del termine “Intelligenza Artificiale”, ci fa comprendere che le aspettative rispetto al futuro dell’IA siano spesso eccessive e che molti dei sistemi che al momento usiamo non siano affatto ‘intelligenti’ nel senso che diamo comunemente a questo termine, benché risolvano problemi e compiti in modo molto più efficiente di molti umani. Tuttavia, dato che l’IA è qui per restare, da genitore è opportuno domandarsi come affrontare questo tema con i più piccoli.
Nella vita di un bambino, l’intelligenza artificiale può assumere forme diverse: è il videogioco che si adatta al suo livello di abilità, l’assistente vocale che risponde alle sue domande, l’app educativa che personalizza i percorsi di apprendimento. I giochi e le app educative possono diventare veri e propri compagni di apprendimento intelligenti, capaci di adattarsi istantaneamente alle capacità del bambino. Immaginate un’app che non solo propone esercizi, ma che li modifica in tempo reale: se un bambino mostra difficoltà in matematica, il gioco riduce progressivamente la complessità; se invece dimostra padronanza, aumenta gradualmente la sfida, mantenendo alto il livello di coinvolgimento. Le piattaforme di apprendimento online hanno rivoluzionato il concetto tradizionale di studio. Da spazi statici di informazione, sono divenuti ambienti dinamici che si modellano sullo studente.
Un mondo di opportunità, ma anche di rischi
Per quanto affascinante e promettente, questo scenario non è privo di pericoli per i minori. L’uso di sistemi di intelligenza artificiale mette a repentaglio la privacy degli utenti: ogni interazione può generare raccolta di dati personali e profilazione. Inoltre, oggi non abbiamo dati sufficienti per comprendere come la delega all’IA di processi fondamentali di apprendimento e socializzazione possa impattare sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Il suo impiego in ambito educativo potrebbe risultare discriminatorio: la personalizzazione dei percorsi di apprendimento potrebbe orientare studenti che partono da condizioni svantaggiate verso scelte professionali penalizzanti. Infine, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero esporre i più piccoli alle fake news e ai pregiudizi presenti nei testi su cui sono stati addestrati.
Cosa possono fare i genitori?
Di fronte a questi scenari, i genitori non possono essere spettatori passivi, ma possono mettere in atto delle strategie di educazione digitale:
- utilizzare gli strumenti di IA insieme ai figli,
- discutere dei contenuti e delle risposte fornite dall’IA,
- mantenere un dialogo aperto e costante rispetto a vantaggi e svantaggi dell’uso dell’intelligenza artificiale
Probabilmente in futuro l’intelligenza artificiale sarà un compagno di viaggio da gestire con consapevolezza. E i nostri figli saranno i primi cittadini di un mondo in cui non solo si vivrà una onlife, ma anche in cui umano e artificiale coesisteranno sempre più strettamente.
Alfabetizzazione digitale, pensiero computazionale, creatività tecnologica, etica digitale diventano competenze fondamentali per interpretare e governare un mondo in continua trasformazione. Ricordiamoci sempre: la vera intelligenza non è artificiale, ma umana. E sta nella capacità di comprendere, relazionarsi, empatizzare.
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