Lo sharenting è una pratica sempre più diffusa nell’era digitale: genitori che condividono online foto e video dei propri figli, dalle ecografie alle vacanze, spesso senza considerare le implicazioni per la loro privacy. Ma quali sono i rischi di questa abitudine apparentemente innocua?
Cos’è lo sharenting?
Il termine “sharenting” deriva dall’inglese sharing + parenting e indica la condivisione online di informazioni, foto e video che riguardano i figli minori. Motivati dall’orgoglio e dal desiderio di condividere momenti felici, molti genitori non si rendono conto dei potenziali pericoli per la privacy e la sicurezza dei propri bambini.
Lo sharenting in numeri
La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha condotto diversi studi su questo fenomeno. Una ricerca pubblicata sul Journal of Pediatrics evidenzia che i genitori condividono online una media di 300 foto all’anno dei propri figli, raggiungendo quasi 1.000 immagini prima del quinto compleanno. Un’altra indagine di ParentZone rivela che il 32% dei genitori pubblica tra le 11 e le 20 foto del proprio figlio al mese, e il 28% non chiede mai il consenso.
I rischi dello sharenting
Anche senza intenzionalità, molti genitori con scarsa conoscenza del mondo digitale mettono a rischio i propri figli condividendo online troppe informazioni private. Imitando blogger e influencer, pubblicano ogni dettaglio della loro vita, comprese immagini che rivelano nomi, date di nascita, indirizzi e scuole dei bambini.
Questo li rende vulnerabili a malintenzionati e truffatori. Uno studio di Barclays avverte che lo sharenting può favorire le frodi online: i dati personali di un bambino condivisi oggi possono essere usati in futuro per rubare la sua identità.
I principali rischi dello sharenting:
- Violazione della privacy: I bambini perdono il controllo sulla propria immagine online.
- Esposizione a predatori online: Le foto possono attirare l’attenzione di persone malintenzionate.
- Cyberbullismo: Immagini o video imbarazzanti possono essere usati per deridere i bambini.
- Problemi futuri: I contenuti condivisi oggi potrebbero causare disagio ai bambini in futuro.
- Furto di identità: I dati personali possono essere rubati e usati per commettere reati.
Sharenting e GDPR: cosa dice la legge?
Il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) tutela la privacy dei minori online. L’articolo 8 del GDPR stabilisce che il consenso al trattamento dei dati personali di un minore di 14 anni deve essere prestato da chi esercita la responsabilità genitoriale. Pubblicare foto di figli minori di 14 anni è possibile solo se entrambi i genitori sono d’accordo e la pubblicazione rispetta la dignità del minore.
Per i figli maggiori di 14 anni, lo sharenting senza consenso può essere una violazione della privacy. I genitori possono incorrere in sanzioni se si rifiutano di rimuovere le foto dei figli dai social.
Il tema dello sharenting e le separazioni
Lo sharenting è diventato di grande attualità anche in seguito a separazioni di coppie famose che hanno sempre condiviso le immagini dei figli online. Questo ha portato a una maggiore consapevolezza sull’importanza di tutelare la privacy dei minori anche in caso di separazione.
La prospettiva dei bambini
Prima di pubblicare foto dei propri figli online, è fondamentale mettersi nei loro panni e chiedersi come potrebbero sentirsi.
Condividere foto e video dei propri figli online può sembrare un gesto d’amore, ma è importante essere consapevoli dei rischi dello sharenting. Per proteggere la privacy e la sicurezza dei bambini, è meglio evitare completamente questa pratica. Ricordiamo che i nostri figli hanno diritto a crescere e a sviluppare la propria identità senza essere esposti al mondo intero.
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