Consigli e risorse

Come comunicano i tuoi figli online?

Nelle interazioni in Rete, tutti, bambini e adulti, rischiamo di perdere di vista l’umanità di chi si trova al di là dello schermo. Diventa allora fondamentale impegnarsi nel coltivare la gentilezza online. E dunque a mostrare rispetto ed empatia anche nei videogiochi e nel metaverso. Solo così la “netiquette” (una parte importante del più ampio concetto di educazione alla cittadinanza digitale) e il giusto comportamento potranno essere realmente comprese e messe in pratica nello spazio virtuale.

Come imparare a coltivare gentilezza ed empatia online?

L’empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. Ed è una componente cruciale – per noi come per i nostri figli – della costruzione di relazioni, perché ci aiuta a comprendere diverse prospettive e a metterci nei panni degli altri. Questo vale online come offline. Anzi: negli ultimi anni anche le attività di scuola e lavoro si sono ibridate e la nostra esistenza è onlife: la barriera fra reale e virtuale è caduta e non c’è più differenza fra “online” e “offline”.

In questo mondo onlife, sostituire il contatto dal vivo con scambi virtuali riduce le connessioni interpersonali e ambientali diminuendo la conoscenza del contesto, così quando si naviga si rischia di dimenticare che dietro lo schermo ci sono sempre persone reali e in carne ed ossa, nei confronti delle quali dovremmo esercitare la stessa empatia che nella vita reale.

Per questo esercitare l’empatia digitale è una sfida che dobbiamo imparare ad affrontare e ad insegnare ai nostri bambini, proprio come facciamo nella vita reale.

Come insegnare ad essere gentili online

Che cos’è la netiquette?

Netiquette è una parola inglese che unisce il vocabolo inglese network (rete) e quello francese étiquette (buona educazione). Netiquetti significa dunque quell’insieme di regole informali che disciplinano il buon comportamento di un utente sul web.
Quando si comunica in Internet, infatti, si sta sempre comunicando con persone e non con computer o smartphone. E come nel mondo reale, anche in Internet è necessario seguire le regole della buona educazione. 

Non solo, gli utenti sgarbati o che compiono azioni vietate, possono essere segnalati agli amministratori dei giochi, delle chat, dei forum. E, nei casi più gravi, possono essere isolati bloccando i profili che non rispettano le norme di buona educazione.

Ecco perché è fondamentale applicare e diffondere in modo chiaro tutte le regole di Netiquette e insegnare ai nostri figli a comportarsi in modo adeguato quando sono online.

Naturalmente molte delle regole possono avere serie ripercussioni anche nella vita reale: l’ingiuria e la diffamazione, anche se in via telematica, sono dei reati puniti dal nostro ordinamento. 

Quali sono le regole di base?
LEGGI A CASA “NATI DIGITAL – STORIA PER PICCOLI ESPLORATORI CURIOSI”

A scuola come a casa, il tempo della condivisione è prezioso per crescere, sempre. Leggiamo il libro insieme condividendone la lettura e le esperienze digitali. Chiediamolo ai docenti nel flusso dei prestiti che fanno capo alla bibliotechina di classe affinché racconto, divertimento e riflessioni siano condivisi anche in famiglia.

Come spiegare la netiquette ai bambini?

In linea generale, si può dire che l’educazione inizia nel momento in cui il bambino capisce quello che gli stiamo dicendo e già da piccoli i bambini dovrebbero essere in grado di capire un “no” e a comprendere invece attraverso le lodi dei genitori quando fanno qualcosa di giusto. Dunque a casa e a scuola insegnare le netiquette ai bambini e ai ragazzi significa la stessa cosa che insegnare loro la buona educazione. I principi di base dell’educazione valgono infatti anche per la netiquette (ovvero quando siamo online), perché sono gli stessi che stanno alla base del “viver civile”, come per esempio essere gentili, anche online. Imparare la buona educazione online è una sfida che dobbiamo imparare ad affrontare e ad insegnare ai nostri bambini, proprio come facciamo nella vita reale

La principale differenza risiede invece nell’importanza del contesto: la sostituzione del contatto dal vivo con scambi virtuali riduce le connessioni interpersonali e ambientali e quando si naviga si rischia di dimenticare che dietro lo schermo ci sono sempre persone reali e in carne ed ossa, nei confronti delle quali dovremmo esercitare la stessa empatia che nella vita reale. 

2 idee per insegnare la netiquette ai bambini

Che cos’è la cittadinanza digitale?

Essere cittadini digitali significa partecipare alla vita pubblica usando in modo consapevole gli strumenti tecnologici. E poiché le nuove generazioni sono immerse nella realtà digitale e tecnologica fin dall’infanzia, nelle nostre famiglie digitali da tanti genitori emerge l’urgenza di comprendere quali sono gli argomenti più importanti di cui si dovrebbe parlare pensando al rapporto tra la rete e con le tecnologie.

In generale, per essere “bravi cittadini digitali” è necessario imparare a vivere negli spazi virtuali, evitare i rischi e coglierne le opportunità. Il grande vantaggio della rete è infatti di connettere le persone, al di là delle barriere fisiche e di quelle relative alle diverse abilità. 

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Che cos’è e come possiamo prevenire cyberbullismo ed hate speech?

Quando navigano in rete con i dispositivi tecnologici, i nostri bambini sono esposti ad un gran numero di benefici e opportunità, e allo stesso tempo a una serie di rischi e minacce

Il cyberbullismo e l’hate speech (discorsi d’odio) – per esempio – possono causare profonde ferite perché possono rapidamente raggiungere un’audience molto estesa e rimanere accessibili online a tempo indeterminato, perseguitando virtualmente le loro vittime per tutta la vita. 

Come possiamo dunque prevenire e contrastare hate speech e cyberbullismo, sin dalla scuola primaria? 

Come prevenire il cyberbullismo?
Come accorgersi che un bambino è vittima di bullismo e cyberbullismo?
Cosa fare se si è vittima di cyberbullismo?
In che altro modo tutelarsi?

Come comportarsi durante chat ed eventi online?

Spettacoli, laboratori ed eventi in streaming: oggi è enormemente potenziato l’intrattenimento online per i bambini, con una conseguente evoluzione di abitudini e comportamenti. Tuttavia, come negli eventi e nelle relazioni dirette tra le persone, è necessario adottare dei comportamenti corretti anche quando seguiamo le lezioni o partecipiamo ad eventi online. Ecco dunque alcuni consigli utili in generale per tutti gli eventi online, siano essi chat, chiamate o didattica a distanza (DAD).

  • Essere preparati e conoscere le funzionalità base delle piattaforme, come rispondere a una chiamata, aprire un link, mettere in pausa il video, silenziare l’audio, usare la chat testuale, condividere lo schermo.
  • Rispettare gli orari e presentarsi per tempo anche online.
  • Salutare e mostrare la propria presenza. 
  • Non sovrapporsi mentre sta parlando qualcuno ma chiedere la parola tramite chat o secondo le modalità indicate.
  • Usare la chat solo per motivi inerenti al tema e non per mandare messaggi privati agli altri partecipanti. 
  • Limitare o meglio ancora evitare funzioni che possano ostacolare la partecipazione degli altri (per esempio tenendo il microfono spento e accendendolo solo quando si deve intervenire: troppi microfoni accesi possono disturbare l’audio).
  • Rivolgersi agli altri utenti della rete con rispetto, utilizzando un linguaggio chiaro e conciso. 
  • Mantenere un comportamento adeguato: non mangiare o bere durante l’evento e usare un abbigliamento consono.
  • Cercare di scegliere una stanza o un angolo tranquillo dove non essere disturbati e dove non disturbare gli altri.
  • Non condividere il link dell’evento con estranei o persone non autorizzate a partecipare.

Cosa vuol dire “condividere in modo responsabile”?

Insegnare a condividere in modo responsabile significa educare sull’importanza di pensare prima di postare o condividere informazioni online, discutere delle possibili conseguenze a lungo termine della condivisione di contenuti, essere coscienti che sulle piattaforme social sono presenti tantissime persone, comprese quelle con problemi mentali, che potrebbero utilizzare le immagini per altri scopi.

Anche se fino all’adolescenza i bambini non dovrebbero aver accesso ai social network – che sono il contesto privilegiato per la propagazione di contenuti attraverso cui condivisione e visibilità sono più semplici e immediate – anche in un’ottica di medio e lungo termine è invece quella di instaurare un dialogo attivo e preparare i propri figli al futuro, facendo acquisire loro una consapevole educazione digitale.

  • La prima cosa da fare è sviluppare l’empatia digitale, ovvero la capacità di comprendere che dietro a ogni interazione digitale c’è una persona reale in carne ed ossa, nei panni della quale dobbiamo sempre metterci.
  • La seconda – e altrettanto importante – è  insegnare ai bambini l’importanza della propria identità digitale e la necessità di non condividere contenuti di cui un giorno potrebbero pentirsi. 
  • Infine, è fondamentale comprendere che non si tratta solo di insegnare ai nostri figli, bensì di affrontare insieme a loro un percorso condiviso e che riguarda tutta la famiglia, dando noi per primi – in quanto genitori – il buon esempio
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Rafforza l’attività educativa svolta a scuola dal progetto didattico NeoConnessi seguendo il corso realizzato con la direzione scientifica di Roberta Franceschetti ed Elisa Salamini, esperte di media literacy ed educazione digitale e fondatrici dell’associazione Mamamò, fornisce alle famiglie suggerimenti e strategie per la crescita armonica dei figli, oltre a numerosissimi consigli per rafforzare anche a casa la sicurezza online.

Consulta statistiche e normative sul tema

Secondo i dati UNICEF ogni giorno nel mondo 175.000 bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a Internet: in media, uno ogni mezzo secondo. Globalmente, un utente su tre è minorenne: il gruppo di età di gran lunga più connesso, con un tasso di presenza online del 71% rispetto al 48% della popolazione totale. 

Secondo la Società Italiana di Pediatria (SIP) il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% a nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.

Da quell’età in poi – secondo i dati di una ricerca UNESCO – in Italia naviga su Internet il 90,2% dei giovani tra i 15 e i 24 anni (l’89,8% fra le ragazze e il 90,6% fra i coetanei maschi).

Non stupisce che la tecnologia e la connessione in rete siano dunque il principale elemento di distinzione della cosiddetta Generazione Alfa, la prima generazione ad essere nata interamente nel XXI secolo. Per questi bambini infatti l’intrattenimento è stato sempre più dominato dalla tecnologia, dai social network e dai servizi di streaming, con una seria di apprendimenti precoci in ambito tecnologico rispetto alle generazioni precedenti, ma anche un’amplificazione del tempo trascorso davanti allo schermo, con le conseguenti ripercussioni psicologiche e sanitarie (tra cui – solo per citarne due – maggiori tassi di obesità e maggior isolamento).

Da questo precoce utilizzo delle tecnologie deriva la necessità di acquisire le competenze digitali sin da piccoli necessarie per esercitare i propri diritti e compiere i propri doveri, oltre a tutti i problemi legati al digital divide. Per questo anche in Italia esiste una Carta della cittadinanza digitale, una legge delega nella quale si elencano alcuni principi fondamentali che aiuteranno il processo di ammodernamento della Pubblica Amministrazione e che garantiranno nuovi diritti ai cittadini, in particolare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e la riduzione della necessità dell’accesso fisico agli uffici pubblici attraverso la digitalizzazione di dati, documenti e servizi.

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Leggi le FAQ

C’è un’età giusta per dare il primo smartphone?
Quando dare il cellulare a un bambino?
Che cosa si intende per Generazione Alfa?
Quanti bambini si connettono oggi in Italia?
Chi ha stabilito le regole della netiquette?
Che rapporto c’è tra cittadinanza digitale ed educazione civica?
Chi è un cittadino digitale?
Qual è la differenza tra bullismo e cyberbullismo?
Come prevenire il bullismo e il cyberbullismo?

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